I cambiamenti, lo si erano già visti in questa insolita Pasqua 2020 e prima ancora con l’ #iorestoacasa
Ben tre generazioni, dai 70 anni in giù, si sono confrontati per la prima volta con il fatto che quello che davamo per scontato, non lo è. Finiti i divieti, quando inizierà la «fase 2», alcune abitudini saranno oramai consolidate, altre svaniranno come sono venute.
Le crisi sono acceleratori di processi e uno degli effetti della pandemia da Coronavirus sarà il come cambierà la ristorazione. Di sicuro un salto in avanti di anni per quanto riguarda il nostro modo di mangiare e di comprare, lo vedremo.
Sommario
Come sarà la ristorazione dopo pandemia da coronavirus?
Molte cose inizialmente non saranno piu’ come prima, nessuno sa quando finirà l’emergenza, ma è già possibile formulare qualche ipotesi circa il futuro di uno dei settori trainanti del made in Italy.
E’ probabile che il delivery entri a far parte delle abitudini degli italiani.
Soprattutto se lo stesso lavoro a distanza tenderà a stabilizzarsi. Il come cambierà la ristorazione, già lo si puo’ intuire. Bisognerà inventarsi un servizio di asporto delle specialità, gradevole, efficace e sicuro perché la gente avrà sempre voglia di assaporare cibi buoni.
Per quanto riguarda il settore catering, il mondo del delivery, è in grande espansione negli ultimi anni.
Il catering è un servizio estremamente flessibile che permette di creare eventi personalizzati in ogni tipo di spazio, passando dagli eventi aziendali, a quelli privati ed è appunto in questi due tipi di servizi che si sta sviluppando sempre piu’ il servizio a domicilio, business e privato.
No a sale affollate, no a tavolate, no ad assembramenti, anche al ristorante.
Quei giorni sono e saranno lontani, soprattutto per i locali con sale gremite e chiuse si dovrà procedere a diminuire i tavoli e garantire le distanze. Chi ha giardini, spazi all’aperto e locali ampi o con tavoli distanziati, verrà sicuramente premiato sia dalle normative che dalle scelte dei clienti. Ecco come sarà la ristorazione dopo pandemia.
I ristoranti avranno meno posti a sedere per mantenere le distante infatti, almeno inizialmente, si ritroveranno più snelli, con manodopera ridotta, magari addirittura a conduzione familiare, come una volta. Si perché i controlli ci saranno ed é meglio non farsi trovare impreparati. E capire come è cambiata la ristorazione dopo pandemia.
NO ALLA CLIENTELA DI PASSAGGIO
I ristoranti con una clientela abituale consolidata riprenderanno subito a lavorare perché saranno proprio i primi posti dove si vuole andare, di cui ci si fida, che si vogliono sostenere. I locali anonimi che hanno puntato tutto sul passaggio, sul turismo mordi e fuggi, sul “cliente per caso”, avranno grandi difficoltà.
Cambierà anche la manipolazione dei cibi, con delle preparazioni eseguite con uso dei guanti e delle mascherine. Sarà utile anche la cucina a vista. Nascerà un nuovo modo di preparare i cibi: In questo periodo di stallo molte cucine cambieranno, togliendo molti fronzoli dalle pietanze e si ritornerà a puntare all’essenzialità del gusto, valorizzando gli ingredienti del territorio.
Nel mondo della ristorazione dopo pandemia dunque sta per arrivare una sorta di cambiamento epocale.
Il punto di partenza sarà quasi sicuramente legato alla riscoperta della territorialità.
Questo perché le persone riscopriranno il gusto di viaggiare e vorranno trovare quello che appartiene davvero al luogo in cui si trovano. È una tendenza già emersa, ma si riproporrà in maniera ancora più forte.
Impatto Coronavirus
Dal punto di vista dell’impatto del coronavirus, i due comparti della ristorazione e della filiera agro-alimentare sembrano mostrare due andamenti opposti: estremamente negativo per la ristorazione dopo pandemia, apparentemente positivo per alcuni segmenti dell’agro-alimentare.
Anche se restano garantite le consegne di cibo a domicilio e rimangono aperti i locali nelle stazioni, negli aeroporti e nelle stazioni di servizio autostradali, la sospensione delle attività di bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie e dei servizi mensa scolastici, oltre al crollo del flusso turistico, ha causato un vero salasso. La ripartenza graduale con i paletti di distanza ed altri ancora verranno, vedranno la ristorazione dopo pandemia, sconvolta totalmente.
L’industria agro-alimentare sembra invece presentare un quadro diverso
Nell’emergenza, una parte dei consumi si è spostata da locali e ristoranti alle mura domestiche, a vantaggio della grande distribuzione e, in misura più ridotta, della piccola distribuzione, consentendo al settore di recuperare in parte quanto perso altrimenti.
Il coronavirus sembra aver avuto un forte impatto sulle abitudini di spesa e di consumo degli italiani. nelle prime due settimane di emergenza si è verificato un boom di acquisti di farina, uova, zucchero e latte – volti alla preparazione domestica di pane, pasta e dolci – oltre a riso, prodotti in scatola, surgelati e prodotti bio. È cresciuto poi il numero dei consumatori che hanno fatto la spesa online e di quelli che hanno chiesto la consegna a domicilio.
Il futuro sarà insomma tutto da riscrivere
Servirà molto una cura del marketing e della immagine diversa, avendo all’orizzonte lontano la normalità. Nei primi tempi vi saranno delle nuove regole da rispettare. L’entusiasmo e la voglia di riscrivere la ristorazione dopo pandemia, a rimettersi in gioco. Ci farà sentire sicuramente più forti e susciteranno in noi la voglia di riportare in auge le meraviglie che ci contraddistinguono nel mondo.